L’avversario di domenica: il Breno

9 Gennaio 2021
Il Piccolo Torino della Valcamonica è tornato ai fasti di un tempo, grazie alla lungimiranza di un Presidente attento alle esigenze societarie

Da Mario a Mario. No, non abbiamo sbagliato a scrivere, stiamo dicendo sul serio.

Il Breno è riuscito a ritornare ai fasti di un tempo grazie alla determinazione e all’ottimo lavoro societario del Presidente Mario Cocchi, che ha preso in mano le redini nel 2013; con costanza e un lavoro certosino è riuscito a creare un gruppo compatto, impostando un’ottima organizzazione.

L’altro Mario di cui parlavamo siede invece in panchina dal 2018. Si tratta di Mario Tacchinardi, l’allenatore della squadra che tanto bene ha fatto in questi tre anni. E’ alla prima esperienza in veste di coach ma i risultati ottenuti fino a questo momento sono assolutamente eccellenti.

CAMPIONATO
Il Breno si presenta all’appuntamento di domenica reduce dallo stop forzato dell’Epifania a causa dell’intensa nevicata che ha impedito loro di disputare l’incontro casalingo contro la Real Calepina; sono così due le partite che la formazione di Mister Tacchinardi deve recuperare.
Oltre alla citata, vi è anche l’incontro dello scorso 13 dicembre contro il NibionnOggiono.
Ad oggi, quindi, il Breno in otto partite disputate non ha ancora assaporato il gusto della vittoria; sì, perché fin qui ha collezionato sei pareggi e due sconfitte, mettendo a segno sette reti e incassandone ben dodici.
A questi dati, si aggiungono diciassette ammonizioni ed una espulsione, rimediata dal centrocampista Lorenzo Melchiori per doppia ammonizione nella partita persa 2-0 contro il Seregno.

IL CANNONIERE
Nonostante le sole sette reti segnate, tre di queste portano la firma di Alessandro Triglia, attaccante classe ’88 originario di Pietrasanta, in provincia di Lucca, cresciuto calcisticamente nelle giovanili dello Spezia prima di militare con il Casale e il Voghera in Serie D, che dalle parti di Desenzano del Garda conoscono bene.
Triglia infatti è un’ex della partita, avendo giocato con il Calvina nella stagione 2019-20, dove ha contribuito ad una salvezza in rimonta all’ultima giornata indossando anche la fascia di capitano. Triglia, in quel match contro il Lentigione, si è procurato il rigore – poi trasformato dallo stesso attaccante – del pareggio prima di servire al compagno di squadra Miglio la palla del definitivo 2-1, che ha sancito una vittoria indispensabile per rimanere in Serie D.
“Penso che rimarrà la più bella esperienza della mia carriera, per il gruppo che ho trovato; ho realizzato 22 gol in Eccellenza e 15 in Serie D, sono stato dapprima vice capitano e poi, quando Mauro Moretti ha smesso di giocare a 41 anni, sono diventato capitano” aveva dichiarato pochi mesi orsono lo stesso Triglia ricordando i due anni trascorsi alla Calvina.
A queste esperienze, nel curriculum trovano posto anche quelle con il Forte dei Marmi, Monselice, Castelsangiorgio e Rigamonti Castagneto in Eccellenza.

L’ALLENATORE
Un passato da calciatore nel ruolo di centrocampista e poi l’inizio in veste di allenatore.
Mario Tacchinardi, solo omonimo con il più famoso Alessio, nato a Codogno nel 1982, ha alle spalle una carriera quasi ventennale passata sui rettangoli verdi, dove spiccano in special modo le esperienze con la Cremonese, il Pizzighettone, il Pergocrema e il Crema. In totale, ha collezionato 230 presenze in Serie C e cento in Serie D.
Appese le scarpette al chiodo, Tacchinardi ha intrapreso la carriera da allenatore, con una breve parentesi nelle giovanili del Torrazzo prima di approdare sulla panchina del Breno, dove siede dalla stagione 2018-’19 e, visto l’ottimo lavoro effettuato, è stato riconfermato anche per i successivi due anni.

LA STORIA
Filippo Tassara e l’Avvocato Giovanni Gheza, assieme ad alcuni volontari locali, nel 1946 fondarono l’Unione Sportiva Breno, nato sulle ceneri di un sodalizio risalente agli anni Venti partecipando, per i primi due anni, solo a campionati locali, arrivando comunque dapprima alla promozione in quella che oggi è l’attuale Serie D e successivamente ad un passo dalla Serie C, chiudendo il campionato al secondo posto alle spalle del Lecco.
A cavallo degli anni Cinquanta avviene il salto in Promozione, al culmine di una stagione di altissimo livello che porta il Breno ad ottenere anche dieci vittorie consecutive, tali da essere definito il “Piccolo Torino della Valcamonica” addirittura da “La Gazzetta dello Sport”.
Da qui facciamo un grande balzo in avanti, fino ad arrivare al 1989-’90 quando la società vince il campionato di Promozione nonché la Coppa Italia Dilettanti, che la proietta in Serie D dove però vi resta per poco tempo.
Retrocessioni, problemi societari e tre rifondazioni segnano non poco il Breno, il quale cessa l’attività il 25 giugno del 2012, cedendo il titolo sportivo attraverso la fusione con il Maclodio, rimanendo quindi inattiva per la successiva stagione.
Fortunatamente si è trattato solo di una brevissima parentesi, perché nel 2013 la società viene rifondata, assumendo il nome di ASD Breno Futura, la cui presidenza è assunta dal ragioniere Mario Cocchi, il quale sta fornendo un forte impulso e un’ottima organizzazione per continuare a mantenere alto il nome del Breno nel presente e nel futuro.

ROSA (età media 21 anni e 8 mesi)
Portieri: Lollio Bruno (2002) – Serio Marco (1991) – Tota Simone (2002)
Difensori: Baccanelli Fabio (2001) – Baltrunas Zygimantas (2002) – Carminati Alberto (1999) – Morandini Marco (2002) – Ndiour Ibrahima (2000) – Nolaschi Luca (2001) – Pelamatti Mattia (2002) – Rossi Nicola (1994) – Tagliani Massimiliano (1989) – Testa Luca (2002)
Centrocampisti: Bellicini Luca (2002) – Boldini Giuseppe (1998) – Brancato Daniele (1994) – Galati Dennis (2001) – Lordkipanidze David (2001) – Manzoni Paolo (2001) – Melchiori Lorenzo (1996) – Mondini Gabriele (2000) – Sorteni Elia (1997) – Szafran Lucas (1996)
Attaccanti: Braidich Fabio Dario (1998) – Cinque Lorenzo (1991) – Libertazzi Alberto (1992) – Stefani Matteo (2003) – Tanghetti Daniele (1999) – Triglia Alessandro (1988) – Trovadini Andrea (2002)
Allenatore: Tacchinardi Mario (1982)

Rubrica a cura di
Stefano Benetazzo