Marco Ruffini, talento di famiglia al centro della difesa

20 Luglio 2020
Il centrale riconfermato al centro della linea difensiva del nuovo Desenzano Calvina parla di se e dei suoi trascorsi calcistici

Marco Ruffini, è assieme a Federico Sorbo, il difensore centrale del nuovo Desenzano Calvina. Nato il 23 Marzo del 1987 a Castiglione delle Stiviere, trascorre la sua infanzia a Carpenedolo dove comincia a tirare i primi calci al pallone.
Marco Ruffini inizia la carriera nella stagione 2006/2007 in C con la Cremonese senza però riuscire mai a trovare spazio in prima squadra. Il suo vero curriculum inizia nel 2007 quando con tre stagioni al Carpenedolo di serie C2, si pone all’attenzione degli addetti ai lavori grazie anche alle sue 76 presenze. Chiuso il ciclo, Ruffini si accasa a Castiglione dove con la squadra della città mantovana gioca quattro stagioni: due in serie D e due in serie C (124 presenze e 11 reti); nelle due stagioni successive gioca a Piacenza in Serie D per passare poi al Monza, sempre serie D, nel campionato 2016-2017. Poi due anni a Rezzato (ancora serie D) dove sfiora la promozione e a dicembre del 2019 approda al Franciacorta di mister Sergio Volpi. Infine il passaggio al Calvina a Gennaio 2020 e con la nuova Desenzano Calvina viene riconfermato sulla linea difensiva al fianco del capitano Federico Sorbo.

Marco Ruffini, è nato a Castiglione ma non si sente affatto mantovano vero?
“Infatti sono di Castiglione solo di nascita ma sono bresciano a tutti gli effetti. Ho passato l’infanzia a Carpenedolo e poi non mi sono mai mosso troppo lontano dalla provincia”

Cosa l’ha portata a dare i primi calci?
“Giocare a calcio è stata una scelta quasi obbligata. Mio zio è Alessandro Pialorsi, calciatore per tante stagioni al Carpenedolo, quello della serie C, ovvio che in famiglia si parlasse di calcio con molta frequenza. Anche mio fratello Luca ha intrapreso la professione, lui attualmente gioca in serie C nell’Albino Leffe, ma tra i pro ha avuto esperienze anche a Piacenza e Salò”

Quando ha capito che il calcio avrebbe potuto darle delle soddisfazioni?
“Durante le annate del settore giovanile ho avuto apprezzamenti da parte di allenatori e di addetti ai lavori di squadre importanti come Brescia e Cremonese. Lì ho capito che con un po’ di sacrificio avrei potuto fare una carriera calcistica”

Cosa crede le sia mancato per fare una carriera da professionista visto che è sempre arrivato lì vicino?
“Penso che fare un passo più lungo della gamba potrebbe portare a cose negative piuttosto che positive. Io ho sempre ponderato le mie scelte, ho comunque giocato in serie C a Carpenedolo per tre anni e a Castiglione due anni dei quattro che ho indossato quella maglia”

Nella sua carriera tutte le squadre in cui ha militato in serie D hanno avuto prospettive ambiziose. Per lei è meglio interpretare una serie D di vertice piuttosto che una C di bassa classifica?
A me piace vincere quindi ho sempre accettato di buon grado ingaggi in squadre vincenti, almeno sulla carta. Se poi queste siano in C o tra i dilettanti per me cambia poco. Non a caso mia figlia si chiama Vittoria”

Ci parli della sua famiglia.
“Mia figlia Vittoria ha tre anni, è nata quando giocavo a Monza, ma bresciana di nascita. Sono legato con Francesca la mia ragazza, conviviamo a Castel Goffredo, non molto distante dal lago, quindi quest’anno per me sarà più bello, oltre al calcio, vivere la città di Desenzano nel tempo libero”

Oltre a fare il compagno ed il papà con dedizione, a cosa si dedica nel tempo libero?
“Mi piace giocare a Paddle, proprio come Sorbo. Ci stiamo organizzando per sfidarci al più presto. Poi con il profondo legame che ho con mio fratello Luca, quando il tempo ce lo consente ci sfidiamo a qualunque cosa: partite a carte, ping pong e tutto quanto ci può mettere a confronto”

Si è aggiunto al gruppo della Calvina a Gennaio, com’era l’ambiente al suo arrivo?
Arrivavo dal Franciacorta dove avevo giocato poco per via di un infortunio al collaterale del ginocchio, proprio nella partita contro la Calvina da uno scontro di gioco con Recino. La società è stata disponibilissima a darmi tutto quanto necessario per recuperare in fretta. Inoltre ero carichissimo perché conoscevo la stima nei miei confronti da parte di mister Florindo”

Qual’è stata l’annata calcistica che ricorda con maggior piacere?
“Quella di Piacenza dove abbiamo vinto il campionato con 96 punti stabilendo anche il record della serie D”

Quale partita ricorda con maggior piacere?
Piacenza-Lecco 1-0 del 5 Dicembre 2015: gol di Ruffini al 14′ del secondo tempo”

Ci sveli le sue emozioni con un momento della sua carriera da mettere in prima pagina nell’album dei ricordi e invece e uno che vorrebbe cancellare dalla storia del calcio.
“Quando ero al Piacenza, il gol che ho fatto nella partita contro il Lecco penso che resterà tra i miei ricordi più belli.
Vorrei invece che il giorno di quella assurda partita Rezzato-Lecco
(stagione 2017/2018 – ndr) dove abbiamo perso l’occasione per andare direttamente in serie C, non fosse mai esistito. Lecco insomma per me è stato giudice nel bene e nel male”

Un vero peccato perchè fino al quel momento era stato per il Rezzato un campionato memorabile.
“Si è vero. Sarebbe potuto diventare per me una stagione da incorniciare sopratutto perchè in quel Rezzato giocava anche mio fratello Luca. Un campionato che non avremmo potuto perderlo neanche a volerlo e invece…”

Alle spalle di ogni centrale difensivo c’è sempre un portiere che guida la difesa o può diventare l’ultima chance per non subire gol. Con quale giocatore del ruolo le sarebbe piaciuto almeno una volta poter giocare?
“Onestamente questa è una domanda che nessuno mi ha fatto e di conseguenza non ci ho mai pensato. A me piace giocare su una linea difensiva con dietro un portiere che stia alto e nella storia del calcio ce ne sono stati tanti”